Il centro perfetto è dentro di noi
Roma, 25/03/2007
Nella prima settimana del Settembre scorso mia moglie e io siamo stati in vacanza in un villaggio turistico del Touring Club Italiano: non lo sapevamo prima ma abbiamo avuto modo di apprezzare il fatto che il TCI ha stipulato un accordo con la FITArco che prevede la presenza di istruttori federali nei suoi villaggi.
Il primo giorno di vacanza, a pranzo, siamo capitati allo stesso tavolo di Armando, l'istruttore di tiro con l'arco di quella settimana, che, fra una leccornia e l'altra, ha cominciato a parlarci della sua attività e ci ha chiesto se fossimo interessati a "tirare tre frecce di prova".
Interdetto anche perché certo che la circostanza non gli sfuggisse, gli ho fatto notare di essere cieco e lui, senza minimamente scomporsi, mi ha risposto che la vista serve solo a mirare: "ma il tiro con l'arco - ha aggiunto - non si esaurisce nel colpire il centro del paglione!".
Ancora un po' perplesso ma sufficientemente incuriosito, ho accettato di provare e qualche ora dopo mi sono ritrovato con un arco in mano. Armando, con sensibilità ed empatia del tutto naturali e fuori dal comune, ha accompagnato la mia mano all'esplorazione di ognuna delle parti che compongono l'arco e me ne ha descritto struttura e funzione; allo stesso modo mi ha mostrato la freccia e mi ha spiegato l'interazione fra questa e l'arco. Abbiamo posato momentaneamente il tutto e, prendendomi sotto braccio, mi ha fatto misurare a passi in lungo e in largo il campo di tiro fino a "presentarmi" i paglioni.
Tornati a riprendere gli attrezzi per la prova, era chiaro a entrambi che io avrei seguito un regolare corso settimanale di tiro con l'arco: dopo le prime tre frecce - che hanno convinto anche mia moglie a partecipare al corso - ne abbiamo scoccate molte altre e la sapiente guida di Armando ci ha consentito di apprendere la teoria e la pratica di uno sport del quale, lo confermo, la mira è solo una parte.
Il nostro Maestro si è ingegnato per insegnarmi ognuna delle fasi del tiro, dal corretto posizionamento sulla linea di tiro (operazione che dal secondo giorno ho potuto compiere in piena autonomia), alla gestione in sicurezza degli attrezzi, dai precisi movimenti e posizione all'utilizzo più efficace di tutta la muscolatura.
Trovo utile sottolineare che il tiro con l'arco è risultato per me particolarmente efficace per migliorare la mia propriocezione: essendo cieco dalla nascita e non avendo potuto apprendere la disposizione delle singole parti del corpo per via imitativa - come fanno i bambini normodotati - ho imparato, attraverso questo sport, a sentire e a controllare molti muscoli e così ho potuto correggere alcuni errori di postura che ancora mi portavo dietro.
Affinata sufficientemente la tecnica, negli ultimi giorni del corso Armando si è trasformato nel mio "mirino tattile" disponendo il proprio corpo in modo tale che, trovando io col dorso della mano dell'arco in tensione la punta del suo dito, ero sicuro di stare indirizzando la punta della freccia verso il centro del bersaglio.
Abbiamo così potuto fotografare e festeggiare il mio primo 10!
Antonio
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